NON SOLO CALCIO : MONTEIASI,I CONSIGLIERI 'ECCO PERCHE' CI SIAMO DIMESSI'
MONTEIASI IERI ALLE 13.40 L’EPILOGO DI UNA LEGISLATURA COSTELLATA DI ROVENTI POLEMICHE SIN DAL SUO INIZIO
Va a casa il Consiglio comunale in 9 presentano le dimissioni.Opposizione compatta nel decidere il ricorso anticipato alle urne
MONTEIASI . Alle 13.40 di ieri il Consiglio comunale di Monteiasi è stato ufficialmente sciolto in seguito alle dimissioni contestuali di nove consiglieri.
I rappresentanti delle minoranze, quelle espresse dalle ultime nelle ultime amministrative di tre anni fa e quelle divenute tali dopo essersi allontanati dalla maggioranza di centro sinistra con quale erano stati eletti, hanno deciso di mettere fine al mandato di Anna Rita Leone, primo cittadino “in rosa“ nella storia della cittadina, e che ieri festeggiava la sua elezione nell’assemblea regionale del Pd per la mozione Blasi.
Giuseppe Marinelli e Diego Lombardi per il gruppo centrista con riferimento a “Sviluppo del Territorio” di Giuseppe Tarantino, Salvatore Prete per un’espressione di sinistra-centro, Cosimo Paladino e Antonio Fasciano espressi da F.I., Giampiero e Italo Strusi (solo omonimi tra loro) ora di “Io Sud”, Salvatore Ladogana (Mpa) ed il neo consigliere Giuseppe Imperio hanno trovato l’accordo per l’autoscioglimento del Consiglio ed il ritorno anticipato alle urne.
La Leone ha guidato, pur se sull’ottovolante, un esecutivo che sin da subito ha mostrato diversi problemi interni, pur sostenuta da un’ampia coalizione ben caratterizzata da gran parte delle sigle politiche del centrosinistra nazionale. Insieme con un paio “indipendenti”, decisivi per la vittoria sulle altre tre liste, attorno alla Leone si “strinsero” infatti gli ex Pds e Margherita, PdCI e Verdi. Un largo schieramento che, tuttavia, creò subito malumori al proprio interno, tanto che man mano iniziò il balletto delle poltrone in giunta e dimissioni a catena (alcune poi rientrate e ripresentate dopo poco). Ad iniziare proprio da Diego Lombardi, a cui seguirono quelle di Antonello Semeraro, poi i due Strusi sino alle ultime di Cosimo Manica pur se per motivi differenti. Il sindaco, sin dalla mattinata di ieri, non si è presentata in Comune, avendo probabilmente intuito l’epilogo della vicenda. A sentire Italo Strusi, la Leone avrebbe cercato, direttamente ed attraverso politici provinciali, di convincerlo a non apporre la propria firma. Ma i “nove” si sono ritrovati unitariamente determinati a “dimissionarla”, dando seguito a quanto concordato la sera precedente in un loro incontro. Durante il quale, come ha raccontato l’interessato, Antonio Fasciano (Forza Italia) ha proposto la richiesta di convocazione del Consiglio comunale per presentare la mozione di sfiducia. “Ritengo - ha sostenuto dopo la conclusione delle formalità che hanno sancito l’autoscioglimento che il passaggio istituzionale sarebbe stato da preferirsi quale atto politico della volontà unica di ridare la voce ai cittadini”. Secco ma amaro il commento di Lombardi. “Una conclusione traumatica - ha detto - che nessuno di noi prevedeva quando partì l’alleanza con l'ormai ex sindaco. Le responsabilità sono soltanto sue”. Ora si attende, da parte del prefetto di Taranto, Alfonso Pironti, la nomina del commissario che sarà indicato oggi dopo aver decretato la sospensione del Consiglio e proposto al presidente della Repubblica il suo scioglimento.
di PAOLO LERARIO LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
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